| "La pena di morte, chiamata anche pena capitale, è l'eliminazione fisica di un individuo ordinata da un tribunale in seguito ad una condanna. Nei Paesi dove è prevista, di norma la legge commina la pena di morte a fattispecie di reato considerate gravi, come omicidio ed alto tradimento. Alcuni ordinamenti giuridici ritengono passibili di pena capitale omicidi occorsi durante l'esecuzione di altri crimini violenti, come la rapina o lo stupro. Primo stato al mondo ad abolire la pena di morte fu, il 30 novembre 1786, il Granducato di Toscana con l'emanazione del nuovo codice penale toscano (Riforma criminale toscana o Leopoldina) firmato dal granduca Pietro Leopoldo (divenuto poi Leopoldo II del Sacro Romano Impero); tale giornata è festa regionale in Toscana. Se si considera l'abolizione "di fatto" lo stato abolizionista più antico è la Repubblica di San Marino, tuttora esistente: l'ultima esecuzione ufficiale risale al 1468, mentre l'abolizione definitiva fu sancita per legge nel 1865."
"Amnesty International si oppone incondizionatamente alla pena di morte, ritenendola una punizione crudele, inumana e degradante ormai superata, abolita de jure (per legge) o de facto (per prassi) da più della metà dei paesi nel mondo. La pena capitale è una violazione dei diritti umani fondamentali, che non può offrire alcun contributo costruttivo agli sforzi della società nella lotta contro il crimine violento ed è priva di effetto deterrente. La pena di morte viola il diritto alla vita, è irrevocabile e può essere inflitta a innocenti. Nel 1977, quando Amnesty International partecipò alla Conferenza Internazionale sulla pena di morte a Stoccolma, i paesi abolizionisti erano appena 16. Oggi, questo numero ha superato quello dei mantenitori. La tendenza mondiale verso l’abolizione della pena di morte ha conosciuto negli anni ’90 una decisa accelerazione sostenuta dai principali organismi internazionali. A partire dal 1997, la Commissione delle Nazioni Unite sui diritti umani approva annualmente una risoluzione sulla pena di morte sollecitando tutti gli Stati che ancora la prevedono, a istituire una moratoria sulle esecuzioni, in vista della successiva abolizione. Nel 1994 il Consiglio d’Europa ha stabilito che, per i paesi in cui ancora vige la pena di morte, condizione necessaria per divenire uno Stato membro sia l’istituzione di una moratoria sulle esecuzioni, che preceda una futura abolizione.
Come organizzazione dedicata alla protezione e alla promozione dei diritti umani, Amnesty International si adopera da sempre, attraverso una campagna permanente, per la fine delle esecuzioni e l’abolizione di tale pratica nel mondo. Le attività di Amnesty International a riguardo sono svolte a prescindere dal reato, o dal comportamento sanzionato come reato, e indipendentemente dalla presenza o assenza dell'attenzione momentanea dei media e/o del pubblico sui singoli casi. Le azioni possono riguardare un singolo paese, paesi facenti parte di una determinata area geografica o tematiche particolari che coinvolgono più paesi, come, ad esempio, la pena di morte per i minorenni. Nei paesi mantenitori, Amnesty International svolge un lavoro di pressione sulle autorità e su media locali e internazionali, con lo scopo di sollevare preoccupazione sull'intero processo che riguarda la pena capitale o su casi di singoli condannati a morte. Un altro esempio può essere rappresentato da azioni su paesi abolizionisti al fine di far firmare e/o ratificare i protocolli internazionali che condannano la pena capitale."
Intervento interessante: lo sono sempre stato, e credo che sempre lo sarò. E questo è strano, perchè con la maggioranza di quello che dicono i radicali sono d’accordo. Sono d’accordo che aborto, divorzio, matrimoni gay, eutanasia, cellule staminali e clonazione siano argomenti etici, ai quali nessuno Stato deve imporre dogmi.
Aborro che il Papa si permetta di dire che l’unica vera famiglia sia quella tra uomo e donna.
Mi indigna che Welby non abbia avuto i funerali civili, è stata una indecenza e la Chiesa ha perso una occasione di non fare una brutta figura.
Ma, nonostante questo, sono fermamente favorevole alla pena di morte.
Perchè?
Per coerenza. Io credo nella libertà delle persone, e nella libertà di scelta. Tutti devono essere liberi di esprimere le proprie idee, e di compiere le proprie scelte.
Ma se compi scelte che uccidono altre persone o infliggono sofferenze, ne DEVI pagare le conseguenze.
Nessuno ha imposto a Saddam di far fuori i Curdi, come nessuno ha imposto ad Hitler di far fuori gli Ebrei.
E’ stata una loro libera scelta.
Che ha inflitto dolore e morte e sono morte milioni di persone. Milioni di innocenti.
Pensiamo a loro. Se fosse morta vostra madre per colpa di Saddam, o fosse stato ucciso vostro padre, cosa provereste? Dolore. Indignazione. Rabbia. Rabbia perchè dei mostri, al potere, infliggono sofferenza per divertimento e vi privano di qualcuno a cui volete bene. Questi mostri devono pagare per quello che hanno fatto. E non credo al pentimento. Non al loro. Se leggete il Mein Kampf, il libro di Hitler, è previsto tutto quello che sarebbe successo. Uno come Hitler non si può pentire. Ed è indegno che non paghi. E’ indegno per tutti i morti che ha creato con le sue azioni. Ed è giusto che Saddam, come gli altri storici dittatori, abbia pagato. Mussolini è morto in maniera più becera, e gli è stato negato anche il processo. Non siamo certo noi italiani, che 60 anni fa in piazzale loreto abbiamo espresso il peggio di noi, adesso a poter fare le vergini.
Voi, Favorevoli o no? Perchè?? Ci sono casi eccezionali?? A voi la parola!
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